Arrivano dalla Cina segnali contraddittori relativi al breve periodo. Si attendono infatti i dati di fine agosto con il fiato sospeso.
Da una parte le quattro fabbriche che, uniche al mondo producono i container, pur messe sotto pressione, non riescono evidentemente a colmare il vuoto ma solo ad attenuarlo.
Vuoto che si è creato dopo il boom anticipato per l’uscita dalla morsa della pandemia dei consumi negli Stati Uniti, come ha spiegato nell’intervista di ieri il Presidente dell’Associazione Spedizionieri del Porto della Spezia Andrea Fontana, vuoto che è la causa scatenante del rialzo spropositato dei noli.
Questa la situazione nonostante, appunto, che i principali porti della Cina siano cresciuti nella produzione di container all’inizio di agosto, secondo i dati della China Ports and Harbours Association, come riportato da Ansa Mondo che ha precisato anche come della cifre si evinca che dal 1° al 10 agosto, il flusso di container negli otto porti chiave del Paese è aumentato del 4,4% su base annua e che gli spostamenti di container per il commercio estero in particolare sono cresciuti del 9,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Sempre la China Ports and Harbours Association rileva che il tasso “il tasso di crescita del volume degli spostamenti di container per il commercio estero nel porto di Ningbo Zhoushan ha raggiunto il 40% all’inizio di agosto e nel porto di Shanghai ha superato il 20%.
In retrospettiva il boom della movimentazione dei container destinati all’estero è letto alla luce della nota e rapida espansione delle esportazioni cinesi, che nei primi sette mesi dell’anno sono aumentate del 24,5% rispetto al 2020 arrivando a 1.800 miliardi di dollari.
Ma è in questo contesto che si inseriscono gli ultimi allarmi che parlano, come prevede il Kiel Institute for the World, riportato da ShipMag, di esportazioni cinesi in calo del 6% in agosto.
Sarebbero i colli di bottiglia (porti e terminal chiusi, lunghi tempi di attesa e ritardi nelle spedizioni) a causare la riduzione del transito della merce nel Mar Rosso verso l’Europa: attualmente di almeno il 20% rispetto al traffico normale, dovuto alla chiusura del porto di Yantian.
Previsioni che faranno chiudere il bilancio del mese di agosto con un calo del 6% delle esportazioni in agosto e una crescita del solo 2,2% delle importazioni. I lievi segnali di ripresa sono stati raffreddati dalla chiusura del terminal di Ningbo dal quale erano già salpate, considerato anche Shanghai, meno navi rispetto al mese precedente.
Nelle ultime settimane ci sono stati lievi segnali di ripresa, ora però la chiusura del terminal di Ningbo sta creando nuovamente criticità nel traffico di container. La speranza è che il traffico di merci con la Cina torni al più presto sui suoi livelli normali.