Roma – “Se il maltempo diventa tragedia, com’è successo in questi giorni, bisogna intervenire con forza, prevenire, investire: con i cambiamenti climatici non si scherza”.
Luigi Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto, suona l’allarme e chiede con forza l’avvio di un progetto capace non solo di contrastare il climate change, ma di restituire al settore marittimo e al sistema dei Porti un ruolo centrale nell’economia del nostro Paese.
Lo fa in occasione della presentazione del suo libro, “Rivoluzionare la politica marittima italiana”, organizzata da Conftrasporto e Propeller Clubs, nella sede di Confcommercio, dove ieri, alla presenza del ministro del Mare Nello Musumeci, ha invocato l’istituzione di un ‘vero’ ministero del Mare, capace di agire con una visione globale sul rischio ambientale, e al contempo intervenire per dar impulso alla crescita del settore marittimo.
Tra i relatori, l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, il Comandante generale delle Capitanerie di Porto Nicola Carlone, il presidente di AssArmatori Stefano Messina e il presidente nazionale Propeller Umberto Masucci.
Ad aprire i lavori, il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Pasquale Russo, che ha evidenziato come, “Al di là di questo primo esperimento che il Governo ha voluto lanciare con il ministero del Mare, si debba avere il coraggio di dotare questo ministero di competenze, strutture tecniche e possibilità di intervento. Una visione federale dei porti sarebbe un errore gravissimo: occorre una politica marittima governata da un’unica cabina di regia”.
Luigi Merlo, che tra le pagine del suo libro – edito da Guerini e Associati – sottolinea anche questa esigenza, pone con urgenza il tema della sicurezza ambientale con l’innalzamento dei mari: “No c’è solo Venezia (dove il Mose funziona): l’acqua alta è ovunque – esordisce – Ieri ho visto le devastazioni della ‘mia’ Liguria; per metterla in sicurezza ci vorrebbero interventi di protezione per 80 miliardi di euro. Pensiamo a quanti ne occorrerebbero per proteggere tutto il Paese. Di qui la necessità di un ministero del Mare con competenze forti e forti connessioni con altri settori imprenditoriali, tecnologici e ambientali”.
Il secondo campanello d’allarme suona sulla cantieristica. Riguarda il recente varo della prima nave da crociera costruita interamente in Cina. “Rischiamo di perdere l’unico asset che era rimasto all’Europa. Se perdiamo anche quella professionalità, sarebbe un altro passo verso il declino della nostra economia”, avverte Merlo.
Tutto questo mentre il settore marittimo registra la crescita dell’occupazione giovanile.
“L’Italia, al di là delle dinamiche del mercato, ha recuperato la sua identità marittima, e adesso vede un comparto che segnala una stabile occupazione e la crescita di quella giovanile in controtendenza rispetto all’andamento di altri settori industriali – dichiara il presidente di AssArmatori Stefano Messina – Il libro di Merlo offre tanti spunti anche sulla governance del sistema: il cluster marittimo e portuale è pronto ad affrontarli in una logica di responsabilità e collaborazione con il Governo”.