Al Focus sullo sviluppo del sistema logistico: la parola ad armatori, agenti e spedizionieri di questa mattina al Blue District di Genova “è emersa la consapevolezza della necessità e del vantaggio di lavorare tutti insieme – ha riassunto Giancarlo Vinacci, senior advisor del Comune di Genova – perché se non hai tutti insieme e qualcuno è contro i progetti si perdono”.
E’ poi passato alla comunicazione: “E’ risultata chiara la necessità di far sapere oltre Appennino quello che è il potenziale di Genova. Quindi, bisogna uscire da una città chiusa e far sapere quali sono le nostre opportunità, anche in relazione alla montagna di soldi che sta per arrivare nel Paese. Di questi soldi bisogna far in modo di prenderne qualcuno per potenziare il porto di Genova con tutte le sue attività, un asset di importanza nazionale. Quello che ancora manca è fare opera di moral suasion, fare in modo che anche la gente comune fuori di Genova sappia che il nostro porto è qualcosa che dà lavoro e ricchezza all’intero paese. Certo, le istituzioni sanno cos’è il porto genovese, ma se chiediamo a un brianzolo cosa vale il porto di Genova, anche se le panchette per i traghetti le producono in Brianza, non saprebbe rispondere. Bisogna fare in modo che si sappia che il porto di Genova è un asset di importanza e valore nazionale che va potenziato perché produce ricchezza per l’intero Paese».
Dunque “l’iniziativa è fatta a Genova, per raccogliere le istanze degli operatori, affinarle a Milano, e portare poi a Roma, alla Camera dei Deputati, quelle che sono le indicazioni che potrebbero favorire lo sviluppo e la crescita dell’economia del mare, che vale il 10% del Pil italiano, ma è un asset che può sicuramente svilupparsi per tutta una serie di motivi: la posizione dell’Italia, l’attività dei porti, la cantieristica, a fare barche siamo i più importanti del mondo, ma – ha insistito nel mantra – la gente non lo sa”.
Per Gianpaolo Botta, direttore generale di Spediporto «c’è un’amministrazione adeguata nella struttura, nella formazione e nella normativa, ma spesso le leggi non sono applicate perché mancano i decreti attuativi e molti finanziamenti non sono utilizzati. C’è tantissimo da fare. Ma è quando ci si muove insieme, coesi, con un obiettivo chiaro, i risultati arrivano. Abbiamo bisogno di un’amministrazione che si avvicini alle aziende, che abbia gli stessi strumenti a disposizione delle amministrazioni degli altri Paesi, e dare al mercato la certezza che chi investe in Italia non incontra ostacoli che comportano perdite di tempo».
Secondo il segretario generale della Camera di commercio di Genova Maurizio Caviglia, “avvicinare l’amministrazione alle imprese vuol dire fare quello che serve alle imprese”.
Come esempio positivo Caviglia ha citato il decreto Genova: «Siamo andati tutti insieme a Roma e abbiamo potuto portare a casa quasi tutto quello che volevamo. Siamo poi riusciti a parallelizzare i procedimenti, è stato un lavoro epocale, un lavoro di tutti, in cui nessuna parte ha svolto un ruolo maggiore rispetto alle altre”.
Secondo il segretario della Camera di Commercio genovese, la tragedia del ponte Morandi è stato l’elemento scatenante, da quel momento c’era una fortissima spinta da parte di tutto il mondo economico e delle associazioni, ma quanto è stato fatto costituisce un precedente che renderà più facile in futuro un lavoro analogo.
Il segretario dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale Paolo Emilio Signorini ha messo a fuoco il tema della nuova diga foranea: “La Diga è un’opera fondamentale, è stata sottoposta al dibattito pubblico secondo l’iter previsto, ora aspettiamo la Via e poi la Conferenza dei servizi. È fondamentale innanzitutto dal punto di vista della sicurezza, perché l’attuale bacino e il canale di Sampierdarena sono inadeguati. Così il porto di Sampierdarena, in mancanza della nuova diga foranea, sarebbe destinato a subire una graduale riduzione dei traffici. L’obiettivo del 2026 resta come anno in cui la nuova la nuova diga, se non terminata, sarà in fase di ultimazione.
Importante è infine anche l’elettrificazione delle banchine alla luce degli obiettivi di transizione energetica previsti dal Pnrr. Sonia Sandei, vicepresidente di Confindustria Genova e head of electrification Enel, ha comunque spiegato che l’elettrificazione delle banchine dovrà avvenire in modo graduale. E che la transizione si deve fare con un mix di fonti energetiche.