LA SPEZIA – Alla seconda tavola di “La Spezia e il suo Porto” dedicata alle Istituzioni hanno partecipato Giovanni Toti presidente della Liguria, l’onorevole Raffaella Paita presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati e, da remoto, Raffaele Capuano Dirigente dell’ Agenzia della Dogana e dei Monopoli.
Il tema era “Porto e logistica: un settore indispensabile per l’economia, ma ancora troppo sottovalutato e frammentato nella logica di un Sistema Paese”
Molte e sfaccettate erano state le sollecitazioni, nei confronti delle Istituzione, da parte degli operatori e delle associazioni della portualità e della logistica. Tra esse ricordiamo per esempio il problema degli investimenti mirati (Alfredo Scalisi di Lsct: i soldi vanno spesi non a pioggia ma dove servono – se si arriva al 50 per cento dei container su rotaia ma fuori non ci sono le strutture?) e i rischi connessi ai ritardi di attuazione del Pnrr anche nelle innovazioni immateriali e nella cyber security (Salvatore Avena), i collegamenti ferroviari con la Pontremolese (Andrea Fontana).
Il presidente della Regione Giovanni Toti ha intanto assicurato che per una straordinaria congiunzione i pianeti (investimenti) si allineano sulla Liguria destinati alle infrastrutture essenziali per la logistica sia sulla direttrice Genova-Rotterdam sia su quella Tirreno-Brennero (linea Pontremolese) perché si è capito che i porti sono al servizio dell’economia del Paese e che il sistema ligure è il sistema più importante dell’Italia, nel quale è concentrata la quota maggiore della movimentazione delle merce”. E ancora: “Il porto della Spezia è uno dei più importanti in Italia, sia a livello crocieristico, commerciale e turistico e in questa fase è fondamentale guardare insieme allo scenario internazionale per costruire una risposta alle sfide che ci troviamo di fronte, cogliendo tutte le opportunità che questa ripartenza ci sta offrendo”. Morale? “Non ha senso investire in opere faraoniche in porti del sud Italia che sono a 1.000 km di distanza dai centri produttivi: l’equità sociale si persegue in altro modo”.
L’onorevole Raffaella Paita che ha avuto il merito di aver rimesso sui binari il progetto del raddoppio della Pontremolese ha puntato il dito sulla farraginosità del sistema delle opere pubbliche che nelle cinque fasi principali dell’iter (dalla progettazione alla realizzazione di un’opera) è simile a un campo minato. In più ci sono problemi per i mezzi e le competenze. Comunque bisogna intervenire e in fretta per semplificare i procedimenti, come è accaduto con i commissari, perché solo così riusciremo a portare a termine il Pnrr.
Le ha fatto eco Toti affermando che quando un ente ritiene e dice che di un progetto tutto è in regola si deve procedere alla realizzazione dell’opera, se poi non è vero che intervenga la legge.
Quanto ai soldi a pioggia sempre Toti ha convenuto che vanno fatte delle scelte e che a qualcosa si deve rinunciare.
Raffaele Capuano, precisato che l’Agenzia delle Dogane è una struttura tecnica, dopo aver inquadrato compiti e responsabilità, ha confermato che partirà a luglio proprio nel Porto della Spezia la sperimentazione dello Sportello Unico Doganale Sudoco che sarà poi gradualmente introdotto in tutte le realtà portuali del Paese per semplificare e velocizzare le operazioni e quindi garantire il supporto necessario alla competitività. Già concentrare e ridurre in un solo luogo e in un solo momento tutti e quindici i controlli previsti dalla legislazione sulle merci in transito sarà davvero una attesa rivoluzione.
E il fatto che per la sperimentazione sia stato scelto il Porto della Spezia basta pensare che si tratta di un porto di medie dimensioni e al top dell’efficienza, nel quale, peraltro, già dal luglio del 2019 funziona il Centro unico dei servizi di controllo sulle merci nel retro porto di Santo Stefano Magra. E che funziona egregiamente. E che è visitato da chi studia questo, per l’Italia, innovativo sistema.
(5 – continua)