Con la nuova “Autorizzazione integrata ambientale” previsto l’abbassamento dei livelli di inquinamento di Panigaglia.

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PORTOVENERE – E’ stato dato corso al riesame, con valenza di rinnovo, del provvedimento di Aia del 2014 una nuova “Autorizzazione integrata ambientale” della durata di 10 anni, con un abbassamento dei livelli di inquinamento dello stabilimento Gnl di Panigaglia.

Il nuovo provvedimento deriva dalla necessità dell’ente di aggiornare e limitare i livelli di emissione di simili infrastrutture: ciò ha richiesto l’apertura di un procedimento che ha previsto anche una ridefinizione dell’Aia.

In particolare si legge nell’atto: “In ragione della evoluzione delle norme ambientali e delle tecnologie disponibili sul mercato riferibili alla materia in esame e ritenuto che le dinamiche emissive riscontrate nell’installazione siano tali da rendere necessaria la revisione dei valori limite di emissione fissati nell’autorizzazione precedente, il tutto a conclusione di un procedimento di riesame con valenza di rinnovo e anche a seguito dell’istanza dell’azienda che richiedeva la concessione per un intervento di riqualificazione dell’impianto, è stato così possibile abbassare radicalmente i valori delle emissioni inquinanti previsti per tale infrastruttura”.

L’autorizzazione appena concessa ha fissato un limite massimo di emissione di inquinanti, in questo caso ossidi di azoto, su di un livello di circa il 40 per cento in meno di quello attuale, oltre a disporre una serie di nuove prescrizioni per la verifica dei dati. Il gestore potrà decidere di raggiungere i nuovi livelli di emissione anche grazie ad un programma di riqualificazione degli impianti del rigassificatore, ovvero la sostituzione dei vaporizzatori con macchinari più efficienti, ed in questo caso sarà redatta una calendarizzazione per stabilire la tempistica del raggiungimento del risultato.

In questo caso, per raggiungere la piena conclusione di questo iter, il gestore dello stabilimento potrà procedere alla integrale sostituzione dei quattro vaporizzatori, ovvero dei macchinari che trasformano grazie al calore il metano liquido in forma gassosa (e quindi immettibile nella rete nazionale direttamente senza altri interventi), sulla base di un cronoprogramma che dovrà essere preventivamente condiviso con la stessa Provincia.

In ogni caso la nuova classificazione prevede che in pieno esercizio tutti gli impianti debbano essere in grado di garantire limiti inferiori a 150 mg/Nmc (microgrammi al metro cubo) di NOx  (ossidi di azoto), limiti che oggetto di valutazione sempre da parte dell’Ente. Negli ultimi anni i valori massimi rilevati, seppur in linea con quanto previsto dai criteri autorizzativi ed i limiti di riferimento, sono arrivati a 239 microgrammi al metro cubo di ossidi di azoto”.

“Si tratta di un procedimento importante che riguarda una infrastruttura strategica nell’ambito del sistema di approvvigionamento energetico nazionale che ha sede sul nostro territorio. La Provincia ha una competenza specifica nel contesto autorizzativo ambientale e su questo ci siamo mossi, raggiungendo un risultato storico dal punto di vista della riduzione del 40 per cento delle emissioni e, quindi, della tutela dell’ambiente, anche in prospettiva futura, in senza incidere nel ruolo strategico dell’impianto e tutelandolo anche dal punto di vista occupazionale – spiega il presidente, Pierluigi Peracchini – La priorità è sempre stata quella di garantire una maggiore qualità ambientale, nel pieno del ruolo che è demandato al nostro Ente. Grazie a ciò che oggi prevede il piano di monitoraggio, oltre alla diminuzione radicale di inquinanti, avremo una capacità di verifica e controllo che sino ad oggi nessuno poteva garantire. L’ammodernamento degli impianti, se l’azienda confermerà di voler seguire questa linea, gli accordi con la proprietà e il percorso seguito dai nostri uffici, anche attraverso la condivisione degli obiettivi della Provincia con tutti i soggetti interessati, hanno garantito di farci arrivare ad una definizione che soddisfa pienamente i requisiti necessari al fine di conseguire un livello elevato di protezione dell’ambiente”.

Il provvedimento include valori limite di emissione fissati per le sostanze inquinanti che possono essere emesse dall’installazione interessata in quantità significativa, in considerazione della loro natura e delle loro potenzialità di trasferimento dell’inquinamento da un elemento ambientale all’altro, acqua, aria e suolo, nonché i valori limite ai sensi della vigente normativa in materia di inquinamento acustico.

L’Autorizzazione integrata ambientale contiene le ulteriori disposizioni che garantiscono la protezione del suolo e delle acque sotterranee, le opportune disposizioni per la gestione dei rifiuti prodotti dall’impianto e per la riduzione dell’impatto acustico, nonché disposizioni adeguate per la manutenzione e la verifica periodiche delle misure adottate per prevenire le emissioni nel suolo e nelle acque sotterranee e disposizioni adeguate relative al controllo periodico del suolo e delle acque sotterranee in relazione alle sostanze pericolose che possono essere presenti nel sito e tenuto conto della possibilità di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee presso il sito dell’installazione.

Per il futuro, come disposto dal nuovo provvedimento, l’impianto di Panigaglia sarà monitorato sia grazie ai report obbligatori emessi dallo stesso gestore, sia da controlli gestiti da Arpal per conto della Provincia.

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