Genova – Finanziamenti più stabili e maggiore coinvolgimento delle imprese, a più livelli, a partire da quello formativo; forte spinta all’orientamento, apertura alla formazione multi regionale.
Sono alcune delle principali novità che riguardano anche i sei Its liguri interessati dalla riforma degli Istituti tecnici superiori, dopo il definitivo via libera alla Camera. Andando al di là della notizia della attesa e avvenuta dell’approvazione della legge di riforma degli Its, Business Journal Liguria analizza così quale potranno essere gli effetti in particolare sugli Its della Liguria.
Made in Italy della Spezia, Ict Digitale e Accademia della Marina Mercantile a Genova, l’Its per l’efficienza energetica di Savona, l’Its Turismo del Tigullio e l’Accademia Ligure dell’Agroalimentare di Imperia sono i sei liguri dei 121 istituti totali in Italia, frequentati ogni anno da circa 21 mila studenti.
Realtà formative subito professionalizzanti, gli Its sono una garanzia per l’ingresso nel mondo del lavoro: secondo l’ultimo monitoraggio Indire, l’80% dei diplomati ha trovato un impiego a un anno dalla conclusione dei corsi e nel 91% dei casi in un’area coerente con il proprio percorso di studi.
Anche: la Liguria è la seconda regione d’Italia per percentuale di occupati: sono l’86,5%. Tenendo conto un arco di tempo compreso tra 2013 e 2020, il tasso di occupazione ligure si conferma alto, l’85%, il terzo migliore d’Italia dopo quello del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. La qualità dei percorsi Its liguri nel 2020 è la quarta del Paese, con una valutazione di 8,9/10 (il voto medio italiano è 7,9).
Le realtà formative del territorio ligure risultano particolarmente attrattivi anche per chi arriva da fuori regione: gli iscritti non liguri sono il 55,2%, valore che colloca la Liguria al primo posto in Italia.
La riforma punta a far compiere un ulteriore salto di qualità agli istituti italiani: l’obiettivo finale è quello di aumentare la qualità dei corsi e la loro specificità, in modo da ridurre il più possibile il divario tra domanda e offerta nel mondo del lavoro.
La prima novità riguarda le risorse a disposizione: i finanziamenti avranno sempre più carattere di stabilità e saranno legati a una programmazione triennale dell’offerta formativa. Il Fondo per l’istruzione tecnica superiore metterà a disposizione 48,3 milioni di euro a partire da quest’anno. Inoltre, grazie alle risorse del Pnrr, l’offerta formativa sarà incrementata, con nuovi percorsi di studi specifici: il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede un totale di 1,5 miliardi in cinque anni, di cui 500 milioni in arrivo entro l’estate.
Tra le altre novità, un forte coinvolgimento delle imprese, a partire dall’impegno nella formazione: almeno il 60% del corpo docenti dovrà arrivare dal mondo del lavoro, mentre stage e tirocini in azienda (anche all’estero) dovranno rappresentare almeno il 35% della durata del percorso di studio. La presidenza della fondazione Its sarà affidata a un rappresentante delle imprese fondatrici e partecipanti. Infine, le aziende avranno anche dei vantaggi fiscali a investire in queste realtà formative: per loro è previsto un credito d’imposta del 30% o fino al 60% nel caso di province a maggior tasso di disoccupazione.
Grande attenzione sarà posta alla fase di orientamento, per allargare al massimo la conoscenza di questi istituti e dei loro percorsi formativi. E ancora, governance più snella, revoca dell’accreditamento in caso di pagelle negative per tre anni, apertura agli Its multi regionali e multi settoriali.
Gli Its, o meglio Its Academy, questo il nuovo nome che assumeranno, si confermano percorsi a doppia uscita: quinto livello Eqf se la durata del percorso formativo è biennale, sesto livello Eqf se la durata è triennale.