Come arrivare alla sostenibilità senza far esplodere i costi, condanna a morte di ogni transizione ecologica?

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Milano – Riprendiamo l’intervento di Riccardo Fuochi, Presidente di The International Propeller Club Port of Milan organizzatore con Confetra di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry, sulla mutazione della economia globale.

di Enzo Millepiedi

Una prima considerazione è che “i nostri associati sono caratterizzati di una forte proiezione internazionale e da una propensione direi naturale verso l‘intermodalità, a servizio della catena di fornitura e di valore”

Da qui è discesa l’attenzione su quanto emerso chiaramente dalle diverse sessioni e cioè che “l’economia globale sta cambiando” con l’elenco dei fattori di questo cambiamento e cioè “la regionalizzazione, l’accorciamento delle catene, il ritorno del primato della geopolitica e della potenza in senso totale, non solo economico”.

In tale contesto tutti hanno concordato che “non è possibile affrontare questi fenomeni con aggiustamenti minori, le catene devono essere riprogettate, dall’approvvigionamento alla produzione alla distribuzione, in collaborazione tra industria e logistica, che è la filosofia che sottende Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry”.

E così si torna al nocciolo di una epocale quanto gigantesca sfida: trovare l’equilibrio tra decarbonizzazione, sicurezza energetica attuale e futura, spinta alla sostenibilità complessiva dell’industria e della logistica. Che è stato il fil rouge delle tre giornate milanesi e protagonista della sessione di apertura dell’ultima giornata di evento.

Un equilibrio ancora più difficile da conseguire perché reso ancora “più instabile dalla crisi pandemica e bellica in corso e la cui evoluzione è impossibile da prevedere”.

Non sono mancate le indicazioni sugli strumenti per traguardare la sostenibilità senza far esplodere i costi definita – come riferisce Seareporter – come la condanna a morte di ogni transizione ecologica.

Per cui si suggerisce che “in questo quadro, va superata la logica degli strumenti verticali, calati dall’alto, per concentrarsi su strumenti distribuiti, ossia gli accordi tra privati. Concetto questo affermato da Andrea Condotta, esponente di ALICE e 2ZERO, nella parte in cui ha sottolineato il ruolo dei grandi caricatori nel guidare la transizione nella logistica, avendo il potere di favorire e premiare gli operatori più impegnati.

Dal canto suo, Marco Lopez de Gonzalo, partner dello Studio Legale Mordiglia, ha tracciato il cambio di rotta premettendo che “c’è uno scollamento tra destinatari delle norme e destinatari del trasporto: le norme incidono sugli operatori, ma i benefici su tutti gli altri”.

Non si tratta insomma di ripartire solo costi e oneri, ma anche opportunità. E peraltro “ci sono strumenti contrattuali capaci di trasformare la sostenibilità in una risorsa: sono formule “meno inquino, meno pago”.

Tra gli strumenti contrattuali in questo ambito è stato citato il Green Procurement, utilizzato spesso nelle gare del settore pubblico, ma che può essere sviluppato anche tra i privati, soprattutto tra i grandi player. E’ “la nave virtuosa che diventa valore aggiunto”.

 

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