“Il cold ironing rappresenta una delle possibili soluzioni innanzitutto all’inquinamento atmosferico connesso al traffico navale nelle città portuali, che spesso presentano criticità in questo senso. Ovviamente a determinate condizioni”
ShipMag ha proposto il punto di vista sul cold ironing con Andrea Barbabella, fondatore and membro of the board della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, guidata dall’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi.
“A cominciare dalla penetrazione delle rinnovabili nel mix elettrico nazionale (nel caso dell’Italia le emissioni specifiche del kWh elettrico – rileva con ShipMag Barbabella – sono scese molto e certamente continueranno a scendere nei prossimi anni), produce benefici anche in termini di riduzione delle emissioni di gas serra (che non hanno effetti sanitari nocivi a scala locale)”.
Che prosegue ponendo un altro punto interrogativo : “Rimane determinante il tema dei costi, che a seconda dei contesti possono essere anche molto elevati (ci sono aree portuali dove l’elettrificazione delle banchine è più semplice ed economica, altre meno). Nel promuovere questa soluzione, andrebbe valutata con attenzione l’efficacia dell’investimento”.
E aggiunge: “Questa valutazione andrebbe fatta anche tenendo conto del fatto che il settore si evolverà e, a prescindere dall’elettrificazione delle banchine, il comparto dovrà andare a ridurre progressivamente i livelli di emissioni inquinanti e di gas serra. In particolare la diffusione di navi alimentate a GNL con una quota crescente di bio-GNL da filiere sostenibili (per cui servirebbero ingenti investimenti anche in termini infrastrutturali nelle aree portuali) potrebbe migliorare in modo significativo le performance ambientali della flotta, rendendo sempre meno efficace in termini di rapporto costi beneficio il ricorso all’elettrificazione delle banchine”.
In conclusione Barbabella ci dice: “Attenzione, perché il cold ironing non risolverebbe il problema delle emissioni connesse alle fasi di ingresso e uscita dai porti che rappresentano una sorgente significativa dell’inquinamento atmosferico di origine navale nelle aree portuali”.