Che cosa significa la chiusura del porto di Mariupol e il pesante bombardamento su Odessa

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Odessa – L’attacco dell’esercito russo all’Ucraina, iniziato all’alba del 24 febbraio 2022, sta coinvolgendo  pesantemente il trasporto marittimo.

Si sono ritrovati sulla prima linea dell’invasione i porti ucraini di Mariupol, sul Mar d’Azov, che la Russia ha completamente chiuso alla navigazione, e Odessa, sul Mar Nero.

Le due città stanno subendo pesanti bombardamenti e si registrano già vittime, mentre arrivano segnalazioni anche di un’invasione da terra.

Al porto di Odessa fanno capo rotte container dirette sia in Asia, sia nel Mediterraneo. La mattina del 23 febbraio il sito Vasselfinder mostra che la portacontainer Joseph Schulte da 9400 teu, gestita da Cosco, è ormeggiata a Odessa, dove è arrivata nel tardo pomeriggio del giorno precedente nell’ambito del servizio Asia-Mar Nero della Ocean Alliance.

In mattinata erano riuscite a salpare le portacontainer Bach da 3500 teu e Hansa Limburg da 1700 teu, battenti entrambe bandiera ucraina, impegnate su rotte tra Ucraina, Grecia e Turchia. Al largo di Odessa sta navigando anche la Maersk Borneo, proveniente da Barcellona.

Il porto di Mariupol muove merci sfuse di diverso tipo ed è molto importante per le esportazioni dell’Ucraina, anche perché serve il più importante bacino industriale del Paese. Vi approdano anche numerose navi russe, che trasportano la maggior parte delle merci movimentate dallo scalo, che s’inoltrano nell’entroterra anche tramite il Volga e il Don. Le sue banchine muovono una grande varietà di carichi, tra cui metalli di tutti i tipi, tubi, minerali, ferroleghe, carbone e coke, alluminio, argille, fertilizzanti, zolfo, attrezzature, grano, cibo e prodotti alimentari.

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