Carenza d’acqua dolce, si aggravano le difficoltà per l’attraversamento del Canale di Panama delle navi

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Panama – Non c’è acqua dolce sufficiente a disposizione del sistema delle chiuse nel Canale di Panama per permettere il passaggio delle navi container, soprattutto di quelle giganti.

Così la prolungata mancanza d’acqua ha portato alla decisione dell’Autorità del Canale (ACP) a diminuire il traffico e già dallo scorso maggio aveva imposto un limite di profondità di 44 piedi alle navi più grandi, limitando la quantità di carico che possono trasportare.

Un altro intervento si è avuto dalla fine di luglio quando la stessa Autorità ha deciso di limitare a sole 32 le traversate giornaliere rispetto alla normale media di transiti che è di 36.

Un primo effetto è stato quello di allungare i tempi di attesa e venerdì scorso si contavano 264 navi in ​​fila per poter attraversare il canale.

Per capire che cosa significhi questa disponibilità limitata del Canale di Panama va ricordato che passa da qui il 4% del traffico mondiale dei container che diventa il 40%  per il traffico container dei soli gli Stati Uniti. nel complesso si tratta del 29% dei container mondiali che attraversano via Oceano Pacifico il Canale di Panama.

Con il crescendo delle restrizioni i tempi di attesa delle sole navi compatibili con la nuova situazione e cioè con carichi leggeri  si stanno prolungando a due settimane.

E, quel che più preoccupa è che le limitazioni resteranno in vigore per tutto il 2023 sicuramente ma anche per il 2024 salvo cambiamenti meteorologici che potrebbero cambiare lo scenario.

Viene peraltro sottolineato che il Canale di Panama è l’unica grande rotta marittima che utilizza l’acqua dolce accumulata nei bacini idrici, con più di 190 milioni di litri occorrenti alle chiuse per poter fare attraversare ogni singola nave.

Stando allo Smithsonian Tropical Research Institute, come riportato in Italia da TGCom, la prima metà dell’anno è stata la seconda più secca in quasi un secolo tanto che la siccità ha portato lo Stato di Panama a dichiarare lo stato di emergenza ambientale  già nello scorso mese di maggio.

Scendendo nel particolare si deve rilevare che i tempi medi di attesa per le petroliere più grandi che trasportano gas naturale liquefatto a nord attraverso il canale sono aumentati da otto giorni dal 10 luglio a 18 giorni a partire dalla scorsa settimana secondo l’agenzia marittima Norton Lilly.

Il costo medio dell’invio di un container da 40 piedi dalla Cina alla costa del Golfo degli Stati Uniti attraverso il canale con breve preavviso è aumentato del 36% a 2.400 dollari dalla fine di giugno, secondo i dati Xeneta.

E se è vero che il rallentamento dell’economia ha attenuato i disagi resta la spada di Democle sugli Stati Uniti in vista degli approvvigionamenti per le feste natalizie che, come si ricorderà, per altri motivi, aveva messo in crisi i porti della costa del Pacifico, a cominciare da Los Angeles.

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