Autostrade a gestione Salt: i sindacati annunciano lo sciopero generale per sabato 27 e domenica 28

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LIDO DI CAMAIORE – Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Cisal confermano che “la vertenza Salt per garantire tutele, diritti e lavoro continua con un ulteriore sciopero  sabato 27 e domenica 28 agosto”.

Lo sciopero alla Salt – Società autostradale che gestisce in regime di concessione le tratte autostradali A12 da Livorno a Sestri Levante, A11 da Viareggio a Lucca e A15 da Fornola a Parma Ovest – è organizzato con queste modalità: personale turnista: le ultime 4 ore dei turni 2 e 3; personale dei centri servizi: le ultime 3 ore della prestazione di sabato 27 agosto; personale non turnista: le ultime 2 ore di prestazione lavorativa.

Bisogna partire da una premessa. La mobilitazione sindacale è conseguente al passaggio della concessione autostradale delle A12 Sestri Levante-Livorno, A15 diramazione per La Spezia, A11/A12 Viareggio-Lucca (le cui concessioni alla società Salt erano scadute il 31 luglio 2019), oltre alla A10 Ventimiglia-Savona, la cui concessione alla società dei Fiori era scaduta il 30 novembre 2021. Le due società, Salt e Fiori, erano controllate dal Gruppo Gavio che adesso gestirà direttamente i tronchi di autostrada menzionati. Ebbene, nel trasferimento con gara per la gestione, i sindacati contestano al gruppo l’intenzione di automatizzare il servizio cassa al casello con annesso pericolo per i dipendenti di potersi ritrovare considerati in esubero.

Tornando alla vertenza e allo sciopero di sabato e di domenica prossimi, riportiamo la versione dei sindacati.

“L’assemblea dei lavoratori svoltasi ad Avenza – informano i sindacati – ha conferito ampio mandato  di continuare a perseguire ogni strada utile al fine di ottenere, nel passaggio societario, tutte quelle tutele e garanzie che solo a parole Giovanni Frante, delegato dal Gruppo Gavio, spergiurava di garantire e anzi asseriva che erano il minimo dovuto in un percorso corretto e leale tra le parti. L’azienda ha gettato la maschera e si palesa nella sua volontà di perseguire un solo fine, quello del profitto, i 90 milioni di utile forse non bastano”.
Fatta questa premessa i sindacati entrano nel merito: “Come già ampiamente descritto nel nostro ultimo volantino la società ha espressamente preteso un assegno in bianco sulla automazione delle stazioni autostradali. Pretendere che il sindacato firmasse l’immissione di 12 casse senza la presentazione di nessun piano industriale fa capire la vera volontà aziendale di rompere le trattative con motivazioni pretestuose nell’intento di desertificare le stazioni autostradali, ridurre i livelli occupazionali oltre ogni tipo di logica, concretizzare i profitti al fine di reggere quelle condizioni capestro con cui il gruppo societario ha vinto la gara”.

“Ciò che il sindacato sosteneva nel 2020, ovvero che il gruppo ha vinto solo merito a un forte ribasso (-30%), presagiva l’intenzione di scaricare sul costo del lavoro e conseguentemente sui lavoratori e sul sindacato l’onere dei risparmi sia contraendo i livelli occupazionali che le garanzie e le tutele”.

“Forse – concludono le rappresentanze sindacali – pensano che con l’elemosina dell’ una tantum si possa ottenere l’indulgenza dei lavoratori e del sindacato ma crediamo che con un po’ di impegno potremmo fargli percorrere una serie di prove economiche dalle valenze mistiche”.

Restano ovviamene  esclusi dallo sciopero i settori sottoposti alla legge 146 Sala Radio e Viabilità. I lavoratori in sciopero, le cui mansioni peraltro non rientrano nei servizi di sicurezza previsti dalla delibera 01/112 della Commissione di Garanzia, dovranno intervenire solo su sbarre che impediscano il regolare deflusso del traffico su piste aperte in sciopero e comunque solo su problemi legati alla libera circolazione degli utenti e non per ripristinare piste automatiche guaste e/o auto chiuse; è pertanto escluso il ripristino dei sistemi di esazione del pedaggio in quanto lesivo del diritto di sciopero costituzionalmente garantito.

I sindacati colgono l’occasione anche per rilevare una serie di errori nella elaborazione delle buste paga, prevedendo che a risolvere la questione, se non provvederà l’azienda, ci penserà l’Ispettorato Territoriale del Lavoro in quanto è la legge che prevede che la busta paga sia consegnata al lavoratore nel momento stesso in cui gli viene consegnata la retribuzione. E che in caso di mancata o ritardata consegna al lavoratore, di omissioni o inesattezze, si applica al datore di lavoro la sanzione amministrativa pecuniaria da 150 a 900 euro. Se la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori o a un periodo superiore a sei mesi, la sanzione va da 600 a 3.600 euro. Se la violazione si riferisce a più di dieci lavoratori oppure a un periodo superiore a dodici mesi la sanzione sale da 1.200 a 7.200.

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