LA SPEZIA – La corsa per la ripresa dei traffici nei porti italiani, tra investimenti per rendere più efficienti i sistemi portuali e nuove politiche commerciali caratterizzate dagli effetti di un rallentamento e della riduzione delle catene logistiche globali, provoca riflessioni e iniziative fra gli addetti ai lavori per comprendere meglio quale sarà il futuro per i prossimi anni.
In questo contesto, nel Porto della Spezia, dove a cura dell’ADSP sono in corso ingenti investimenti per efficientare la rete ferroviaria portuale e per rendere più green i processi operativi, il Propeller della Spezia e Marina di Carrara, guidato da Gianluca Agostinelli, ha chiamato la dottoressa Simona Camerano, responsabile di Scenari Economici e Strategie settoriali di Cassa Depositi e Prestiti, a fornire elementi e spunti di riflessione, in questa nuova cornice, per delineare la prospettiva dei Porti della Spezia e di Marina di Carrara.
Lo studio “Deglobalizzazione e Mar Mediterraneo, quale ruolo per l’Italia” è stato presentato nella sede di Confindustria La Spezia.
——————————————————-
L’Autorità di Sistema e il Propeller Club hanno invitato, nella sede di Confindustria, Simona Camerano, Responsabile Scenari Economici e Strategie settoriali di Cassa Depositi e Prestiti, autrice dello studio “Deglobalizzazione e Mar Mediterraneo, quale ruolo per l’Italia”, a fornire elementi, in questa nuova cornice, per delineare la prospettiva dei Porti della Spezia e di Marina di Carrara.
Introdotta dal Presidente di Confindustria Mario Gerini, dal Presidente dell’Authority Mario Sommariva e dal Presidente del Propeller Gianluca Agostinelli, l’autorevole relatrice ha delineato con dati, grafici, interpretazioni e considerazioni, cause ed effetti del processo di deglobalizzazione il quale, anche se non ha esaurito la sua spinta, è da quindici anni sicuramente rallentato a favore di un riposizionamento in atto e incontrovertibile.
Un fenomeno definito dalla studiosa inarrestabile e che sta assegnando al Mediterraneo un ruolo sempre più rilevante.
E’ infatti l’area che cresce di più non solo per i traffici a discapito del Nord Europa ma anche perché stanno crescendo e bene le economie di Marocco, Egitto, Turchia, Algeria, costituendo un polo regionale cui fanno riferimento già cinque piattaforme logistiche strategicamente distribuite nel Nord Africa.
All’Italia si presenta dunque l’occasione di avere, con i suoi 8mila chilometri di coste, una posizione da leader nello shipping di questa ritrovata centralità del Mediterraneo anche se la sfida non è facile in quanto è richiesta una lungimirante e non frammentata politica negli investimenti per offrire in tempi rapidi più servizi portuali, più collegamenti e intermodalità, più aree retroportuali, più scali green.
Le risorse, PNRR e Fondo complementare, ci sono ma non sono però sufficienti. Occorrono anche gli investimenti privati che, solo se combinati con quelli pubblici, possono essere l’elemento di successo. E – ha avvertito Simona Camerano – l’economia non basta, occorre da una parte capire che i porti sono asset strategici e dall’altra una svolta culturale verso i Paesi islamici che si affacciano sulla sponda sud-est del Mediterraneo per costruire rapporti che devono essere paritetici. Non lavorare per loro ma con loro, adottando una politica lungimirante.
E per il Sistema dei Porti della Spezia e di Marina di Carrara quale spazio si può conquistare nel Mediterraneo? Non si rischia di rimanere “schiacciati” tra gli investimenti su Genova e Livorno? Mario Sommariva si è detto ottimista indicando i fondamentali sui quali poggia il sistema Spezia-Marina di Carrara, tra cui il trasporto ferroviario e il retroporto. E ha indicato come caso una base sulla quale si deve lavorare: quella dei consolidati rapporti delle linee Tarros.
Al dibattito, presente il vice sindaco e assessore al porto onorevole Maria Grazia Frijia, hanno portato i loro contributi, in un’aula al top di operatori, insieme al Presidente del Propeller Gianluca Agostinelli, Salvatore Avena, Alessandro Laghezza, Alessandro Becce, Walter Cardaci, Andrea Fontana.