Roma – Nel 2023 gli attacchi informatici sono stati in Italia il 29% in più rispetto all’anno precedente (con i soggetti colpiti che sono passati da 1.150 e 3.302).
Di fronte ai quali ci sono ora anche gli investimenti (i 623 milioni di euro dal Pnrr) per la resilienza cyber della pubblica amministrazione e per i servizi cyber nazionali.
E si intrecciano le iniziative tra i vari attori per prevenire, gestire e ridurre il rischio di cyber attacchi.
Un approccio di sistema, l’unico in grado di fare la differenza in chi si occupa di difendere le infrastrutture del Paese.
Tornando ai numeri, in particolare sono in crescita esponenziale in Italia (+625%) gli attacchi dei cyberattivisti che bloccano i siti per fare propaganda: in testa gli hacker filorussi cui si è aggiunta la campagna lanciata da gruppi pro-Palestina.
E hanno registrato un +27% i ransomware veicolati per chiedere un riscatto.
Sono stati complessivamente 1.411 gli attacchi cyber trattati dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale nel 2023, come detto in percentuale il 29% in più rispetto all’anno precedente. Triplicati i soggetti colpiti: da 1.150 a 3.302. Forte aumento anche degli incidenti, quando cioè l’impatto è stato ammesso dalla vittima, passati da 126 a 303 e delle segnalazioni (da 81 a 349). In calo (-8%) invece, le comunicazioni che sono state ricevute dall’Agenzia (da 5.974 a 5.444).
E’ stato il conflitto russo-ucraino che ha definitivamente dimostrato come il dominio del cyberspazio abbia assunto una valenza fondamentale, spazio imprescindibile per lo sviluppo delle nuove guerre. E ancora: le offensive hacktiviste russe hanno mantenuto una significativa intensità dall’inizio del conflitto nel lanciare decine di offensive contro l’Ucraina e i Paesi Nato.