LA SPEZIA – Come si è visto in precedenza il piano di investimenti di impresa di Contship per lo sviluppo del La Spezia Container Terminal prevede un volume di impegni di complessivi 227 milioni di euro.
Che sono tutti progettati con la finalità di un incremento progressivo del volume dei traffici nel terminal Lsct del Porto della Spezia pari annualmente a 1.900.000 TEUs con una capacità di banchina pari a 2.000.000 di TEUs, rapportati a un terminal come si è più volte annunciato dovrà trasformarsi in semiautomatizzato.
Ebbene è nell’ambito di questa programmazione che si inserisce ovviamente il Piano occupazionale. Un piano che è già partito nel 2022 e che dalle 595 unità impegnate nel 2021 prevede un aumento dei dipendenti diretti di oltre, nel primo step, cento. Dipendenti che passeranno a 694 al completamento delle opere, cioè a partire dal 2026, mentre il complesso dei dipendenti indiretti e indotti passerà dalle 2.256 unità attuali sino alle 2.900 unità al regime dell’incremento dei volumi di traffico, a partire dal 2033.
Al di là di questi numeri certamente significativi e altrettanto significativo il fatto che il piano occupazionale, tiene conto di un nuovo modello di organizzazione del lavoro che prevede, nelle aree di nuova realizzazione, la “semi-automazione” delle attività di movimentazione, richiedendo l’occupazione di personale operativo e manutentivo maggiormente specializzato nell’area meccatronica.
Si tratta di figure professionali nuove ben lontane dalla concezione ancora diffusa ma sempre più lontana sul lavoratore portuale . Oggi sono richieste conoscenze e competenze sempre più innovative. Basti pensare che proprio giovedì si sono chiuse le iscrizioni al primo corso che si terrà già alla Scuola Nazionale Trasporti e Logistica della Spezia per cominciare a formare un primo nucleo di dodici giovani chiamati a contribuire a realizzare in Lsct questa rivoluzione organizzativa della semi automazione che fa parte del piano di sviluppo aziendale.