Genova – L’assemblea di Assagenti ha lanciato da Genova una “sfida” per il porto e per l’economia Italiana basata su cinque pilastri: la nuova diga portuale, il Terzo Valico, il nodo ferroviario, la Gronda autostradale e la digitalizzazione.
Tutte opere – è stato rilevato – per fare di Genova il principale polo logistico del Paese e un esempio unico di città-porto interconnessa anche telematicamente con il mercato.
A questi cinque pilastri vanno aggiunte, sempre in sede di assemblea pubblica di Assagenti, la proposta di nuova autostrada tra Genova, Serravalle e Milano, o dell’alta velocità verso Roma annunciate dalla presidente della Commissione Trasporti Raffaella Paita. Ma non si sono nascoste neanche le preoccupazioni, sull’altro piatto della bilancia, per gli extra costi dell’edilizia che potrebbero far lievitare opere come la Diga.
Tra questi due opposti si è inserita la disponibilità del sindaco confermato, Marco Bucci, su un utilizzo per il porto di mezzo milione di metri quadri delle aree siderurgiche che occupano un milione e 300 mila metri quadri, mezzo milione a Cornigliano che potrebbero diventare il polmone produttivo del porto.
A dominare è stato comunque un atteggiamento positivo riassunto dal Presidente Paolo Pessina così: “Il porto di Genova e la città hanno una straordinaria occasione di rilancio ma se questo treno in corsa sarà rallentato noi di Assagenti saremo in prima linea per impedirlo”.
Le categorie, però, devono fare sistema, e anche per questo sono stati chiamati a confrontarsi di fronte all’assemblea il segretario dell’Autorità di sistema, Paolo Piacenza, il presidente di Federagenti Alessandro Santi, di Federlogistica, Luigi Merlo,di Confindustria Umberto Risso, di Camera di Commercio, Gianluigi Attanasio, dei costruttori Giulio Musso.