di Enzo Millepiedi
Terminati a Napoli gli Stati generali della logistica del Mezzogiorno di Confetra, il presidente Guido Nicolini ha così commentato gli spunti di questa prima edizione: “È stata una importante giornata di confronto e di analisi sui temi della logistica e delle infrastrutture nel Mezzogiorno. È ovvio che non si può ridurre il dibattito trasportistico, sul ruolo strategico dell’Italia in Europa e nel Mondo, ai porti “ascellari”, all’area logistica milanese, al Corridoio Ten T Reno-lpi e alla Torino-Lione. Ma è altrettanto vero che il Mezzogiorno deve mettere a fuoco una sua mission geostrategica distintiva, una sua vocazione logistica, e deve ripensarsi come una grande macro regione europea di oltre 20 milioni di abitanti che si candida a svolgere una funzione ad alto valore aggiunto – dal punto di vista geoeconomico – per il Paese e l’Europa. Oggi credo che sia venuto un importante contributo in questa direzione”. Non è dato ancora di sapere se a prevalere sarà l’ottimismo della volontà o l’ottimismo della ragione ma tra premesse e conclusioni si può cogliere una chiarezza di analisi, di contenuti e di visione sulla sfida ciclopica alla quale è chiamato il popolo del Meridione. Le risorse da fuori stanno per arrivare e sono straordinarie (e irripetibili), così le risorse interne da far emergere perché sono quelle che potranno cambiare davvero il corso degli eventi, forze interne al nostro collettivo chiamate a sprigionarsi come non mai. Dicevamo delle premesse. Sì in partenza vanno ricordate – perché per sapere dove vogliamo e possiamo andare, bisogna sapere e avere contezza da dove veniamo e a che punto siamo.
“Se il Mezzogiorno affonda, il Paese a stento galleggia”
Ebbene restano a mente le parole di Domenico De Crescenzo, coordinatore di Confetra Mezzogiorno, dette nel presentare la giornata del 13 luglio: “Negli ultimi 10 anni, al netto del Covid, il PIL del Mezzogiorno ha fatto registrare un dato avvilente: – 6%. Nello stesso periodo l’Italia è cresciuta del 2,4 rispetto ad una media UE del +11.7. La sintesi di tali dati è molto semplice: Il Mezzogiorno affonda e il Paese a stento galleggia. Su questo scenario si è poi abbattuto il Covid, con un’altra caduta verticale del PIL, più o meno omogenea nelle diverse aree del Paese, di altri 9 punti. Può la Logistica essere un settore trainante per la ripresa, anche in chiave di coesione territoriale?”. Una immagine più nitida di così non si poteva certo vedere proiettata come anteprima sul maxi schermo degli Stati generali di Napoli. Una chiamata a raccolta delle Confetra Regionali di Campania, Puglia e Sicilia e delle Territoriali di Napoli, Bari, Palermo e Cagliari, a pochi giorni di distanza dall’altro importante appuntamento della presentazione dell’ottavo Rapporto annuale “Italian Maritime Economy” che al Sud ha dedicato una attenzione del tutto straordinaria proprio per i motivi che si sono riscontrati puntualmente nella intensa giornata di Confetra che si è posta e ha posto la domanda delle domande: quali nodi, quali reti e quali industrie del Mezzogiorno, recuperato il gap storico, possono e devono essere messi al servizio dell’Italia e dell’Europa?
Nella giornata di lavoro, articolata in tre Sessioni a tema – Porti e Zes, infrastrutture di rete e fondi europei, PNRR e Mezzogiorno – si sono alternati interventi di esponenti del mondo istituzionale, universitario, dei saperi, dell’economia, dell’impresa.
“Il gap logistico e il paradosso dell’ Alta Velocità ferma a Salerno”
Ennio Cascetta ha ricordato i numeri del gap logistico, a partire dal segmento ferroviario: “l’Alta Velocità in 10 anni ha contribuito al PIL nazionale con 42 miliardi di euro. Nelle province dotate di Alta Velocità il PIL è cresciuto in media il 5% in più rispetto a quelle sprovviste. Ma siccome l’Alta Velocità finisce a Salerno, paradossalmente l’Alta Velocità ha accresciuto di 10 punti il divario Nord-Sud. Urge recuperare terreno”.
La risposta è arrivata da Anna Masutti, presidente di RFI, che ha messo a fuoco gli investimenti nel Mezzogiorno programmati dal gestore della rete sottolineando che “gli adeguamenti su modulo, sagoma e carico assiale sono il cuore degli interventi di RFI rispetto a Zes e PNRR Mezzogiorno. Inoltre il Piano Accelerato ERMTS, che vale oltre 3 miliardi, aumenterà sicurezza e prestazioni grazie all’ innovazione tecnologica e digitale”.
Alessandro Panaro di SRM ha sottolineato quanto “la portualità meridionale, e sud europea più in generale, possa trarre vantaggio dalla prossimità territoriale rispetto al Mediterraneo, guadagnando fette di mercato rispetto ai porti del Northern Range. A condizione che Zes e connessioni retroportuali decollino sul serio. Le imprese manifatturiere del Mezzogiorno già utilizzano i porti per il 57% del valore del proprio import / export, contro il 33% della media nazionale. Inoltre il 47% di tutti i volumi nazionali movimentati nei porti transita nei e dai porti del Sud. Questa naturale vocazione marittima dell’economia meridionale è un valore da sfruttare”.
“Dei 62 miliardi stanziati il 56% del totale è destinato al Sud”
Ed ecco, con Giuseppe Catalano, capo della STM del MIMS, il conto sulle risorse e sulla percentuale di quelle destinate al Sud: “Dei 62 miliardi stanziati complessivamente – nelle 4 Missioni – per il Settore Infrastrutture Trasporti Mobilità Logistica, 34,7 sono destinati al Sud: il 56% del totale. Tutto il PNRR ha infatti il grande obiettivo trasversale della coesione sociale. E poi non dimentichiamo quelle del fondo integrativo nazionale e quelle del nuovo ciclo di Programmazione dei Fondi Strutturali UE”.
Articolata è stata poi la presenza delle istituzioni, quindi della politica.
L’onorevole Raffaella Paita Presidente della Commissione Trasporti della Camera, subito in collegamento all’inizio dei lavori, ha esortato ad avere il “coraggio riformatore, perché le risorse previste dal PNRR daranno frutto solo se accompagnate da massicce Semplificazioni normative che rendano concreti i progetti previsti”. E ha indicato con chiarezza i punti di forza per superare le debolezze e i nervi scoperti sui quali intervenire.
Questo il messaggio di Mara Carfagna, Ministro per il Sud: “Nel PNRR sono stanziati 1,2 miliardi di euro per i porti meridionali e 630 milioni per le Zes di qui al 2026. Dalla collaborazione istituzionale e pubblico – privati può venire la svolta per intercettare le nuove opportunità dall’Africa e dal Mediterraneo”.
Mauro Coltorti, Presidente della Commissione Trasporti del Senato, ha indicato le Autostrade del Mare come strumento principe a supporto del l’intermodalità.
La Vice Ministro Teresa Bellanova ha parlato di PNRR come “sfida irripetibile. Trasporti, Logistica, Mobilità sono centrali nella strategia di rilancio del Paese. 62 miliardi del PNRR sono destinati almacro Settore che voi rappresentate – ha continuato – Il Mezzogiorno e le sue classi dirigenti devono vincere tale sfida, per riempire di contenuti e concretezza il vantaggio competitivo legato alla collocazione geografica del Sud al centro del Mediterraneo. La sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale, sarà la chiave di volta di tutte le politiche volte a riconnettere logistica, industria, turismo, agricoltura. Infrastrutture, innovazione, filiere produttive, territorio: ricostruiamo un Mezzogiorno protagonista anche combattendo i mali storici del fatalismo e dell’ autoreferenzialità'”.