Il dato informatico assumerà sempre di più valore strategico in quanto pilastro di sovranità, di sicurezza e di competitività sia per la portualità sia per le filiere produttive. Proprio per questo è fondamentale evitare che la gestione del dato informatico nelle filiere produttive e nei servizi si trasformi in una posizione dominante. Ecco spiegato il perché.
di Salvatore Avena
Viviamo in un’epoca nella quale il dato informatico non rappresenta soltanto una risorsa tecnica, ma è divenuto il nuovo oro delle economie moderne. In questo contesto in continua e prorompente evoluzione, la sovranità digitale e la gestione dei dati informatici sono necessarie per proteggere sia dalle minacce informatiche sia dalle pressioni geopolitiche e commerciali derivanti dalla dipendenza da tecnologie e infrastrutture straniere.
In Italia e in Europa, la consapevolezza della cruciale importanza della gestione autonoma e sicura dei dati, soprattutto nelle aree nevralgiche come i porti e lungo le filiere produttive strategiche, rimane ancora insufficiente. Eppure, come detto, la sovranità digitale ha assunto una doppia valenza: da un lato, costituisce un elemento di protezione dell’economia nazionale e della coesione sociale; dall’altro, rappresenta una leva strategica per rafforzare la posizione internazionale del Paese, limitando vulnerabilità e rischi derivanti dall’influenza di attori esterni.
Nei porti, punti cruciali per il commercio globale e fondamentali per l’import/export, la gestione dei dati informatici consente di esercitare un controllo autonomo sulla circolazione dei dati relativi a merci, persone e transazioni. Questo controllo ottimizza le operazioni logistiche e portuali e aumenta la resilienza del sistema complessivo, rendendolo meno vulnerabile a potenziali crisi.
Parallelamente, la gestione delle informazioni, supportata dall’uso di tecnologie avanzate di analisi dei dati e da misure di cybersecurity, permette alle imprese e alle istituzioni di prevenire le minacce, migliorare i processi decisionali e rafforzare la propria posizione nei mercati internazionali.
Per questi motivi è evidente che un sistema che detiene il pieno controllo dei propri dati è in grado di prevenire interferenze esterne e di rispondere con maggiore prontezza e autonomia alle sfide poste dal contesto globale.
E questa esigenza può essere applicata a tutte le filiere produttive. La digitalizzazione dei processi produttivi e la gestione dei flussi informativi all’interno di ciascuna filiera garantiscono maggiore trasparenza e tracciabilità, oltre a una capacità di adattamento agli scenari della competizione internazionale, caratterizzata da pratiche aggressive e tentativi di appropriazione di tecnologia e know-how.
Ne consegue che investire nella sovranità digitale per la gestione dei dati informatici rappresenta un passo fondamentale per l’autodeterminazione di un Paese. Una nazione che controlla i propri dati e le infrastrutture digitali risulta meno vulnerabile alle minacce e alle crisi geopolitiche, dimostrandosi più capace di proteggere i propri interessi strategici e di prevenire che tensioni internazionali sfocino in guerre commerciali, crisi energetiche o conflitti convenzionali.
Considerando gli eventi degli ultimi anni, emerge chiaramente come sicurezza e sovranità digitale siano aspetti cruciali per lo sviluppo economico e la stabilità sociale. Il futuro dell’Italia e dell’Europa dipende dalla capacità di elevare il dato informatico da semplice commodity a risorsa strategica, con il potenziale di promuovere autonomia, pace e prevenzione dei conflitti.
È sempre più chiaro che il dato informatico, nei prossimi anni, addirittura supererà per importanza e valore perfino le merci e i servizi tradizionali della nostra economia. Il dato diventerà il principale motore di ricchezza, innovazione e potere competitivo, influenzando la capacità di una nazione di crescere, innovare e difendere la propria indipendenza.
Ma è anche fondamentale evitare che la gestione del dato informatico nelle nostre filiere produttive e nei servizi si trasformi in una posizione dominante capace di annullare la concorrenza e soffocare la dinamicità del mercato.
Solo sviluppando una nuova economia dei dati basata su principi di apertura, pluralità e governance equilibrata, che assicuri la libera concorrenza e l’autonomia imprenditoriale, combinati con strumenti efficaci di protezione e controllo, sarà in definitiva possibile garantire prosperità, sicurezza e leadership sui mercati globali del futuro.