Roma – Continuano ad essere confermate le indiscrezioni sull’interesse dell’Indonesia ad acquistare la portaerei italiana “Giuseppe Garibaldi” che, entrata in servizio nel 1985, è stata posta in riserva dall’ottobre scorso nell’Arsenale militare marittimo di Taranto.
Sembrerebbe così sfumare non solo la richiesta delle città italiane, in prima fila La Spezia poi Genova e Taranto. di avere la nave per trasformarla in luogo di attrazione. Come sembrerebbe sfumare lo stesso progetto della Marina Militare di trasformarla in una base di lancio off-shore per vettori di minisatelliti, da immettere in orbita bassa per le esigenze di comunicazione e osservazione della Difesa.
La Marina Militare italiana aveva infatti avviato, nell’ambito del Piano nazionale di ricerca militare, il progetto “Simona” (Sistema Italiano Messa in Orbita da NAve) con lo scopo di verificare le condizioni di sicurezza necessarie per impiegare appunto la “Garibaldi”, quando era ormai prossima al disarmo, quale possibile piattaforma navale, come detto, per il lancio in orbita di minisatelliti alle dipendenze del Comando interforze per le Operazioni Spaziali (COS), che ha sede nell’ex aeroporto “Francesco Baracca” di Centocelle a Roma.
Ma le indiscrezioni dell’interesse indonesiano sulla “Garibaldi” sono state anche confermate dalla Rivista Italiana Difesa, che ha segnalato la possibilità che la portaerei possa essere impiegata da Giacarta come una “drone carrier”.
Ciò in conseguenza della firma di un accordo tra l’azienda turca Baykar Technologies e l’indonesiana Republikorp per costituire una joint venture per la produzione in Indonesia di 60 droni da nave “TB-3” e di 9 droni “Akinci” per le esigenze delle Forze Armate di Giacarta.