LA SPEZIA – “Le 5 Terre con i 4 milioni di visitatori l’anno sono un prodigio turistico che ha portato benessere e ricchezza ma che ogni anno, da molti anni, si impoverisce di terre coltivate e di abitanti”.
Questi i numeri: “Le terre coltivate negli anni Cinquanta contavano 1200 ettari, mentre oggi arrivano a stento a 100 ettari. Gli abitanti dei tre Comuni nel 1951 erano complessivamente 7.600, nel 2021 ne sono stai censiti 3.400”.
Spontanea la domanda: “Che cosa si può fare per arrestare l’abbandono? Quali politiche si possono mettere in campo per impedire che la macchia mediterranea si divori le fasce terrazzate?”
Ed è lungo questi interrogativi si dipana il racconto-inchiesta di Renzo Raffaelli dal titolo ‘5 Terre, una sfida da vincere’, presentato oggi nella Sala Giunta della Camera di Commercio, con l’organizzazione dell’Associazione Amici delle Cinque Terre e l’intervento dello stesso autore e del curatore della prefazione Luigi Grillo.
Un racconto a più voci in cui danno la loro testimonianza produttori, amministratori, operatori economici, frequentatori di quel territorio. L’iniziativa editoriale l’ha presa l’ex senatore Grillo, da alcuni anni viticoltore di successo a Monterosso, con il suo ‘Buranco’. Grillo, da assessore regionale, nel 1985 si era speso per l’istituzione del Parco Regionale e quattordici anni dopo, insieme al collega senatore e questore del Senato Lorenzo Forcieri, si era adoperato per inserire le 5 Terre nell’elenco dei Parchi Nazionali da approvare con un provvedimento di legge. Riuscendoci non senza vincere pregiudizi e contrarietà.
“’Una sfida da vincere’ – spiega Raffaelli – è una fotografia delle 5 Terre come vengono vissute oggi. In molti casi tra rimpianti, speranze e nostalgie, ma anche con tenace determinazione a costruire un futuro che non sia legato solo alla ristorazione e agli affitti turistici”.
Il libro propone episodi e situazioni che fanno parte della storia delle 5 Terre: la manutenzione del territorio affidata in larga parte alle donne quando gli uomini erano per mare o lavoravano in fabbrica, le storie d’amore (e i matrimoni) tra i giovani della Val di Vara e quelli della Riviera durante le vendemmie che duravano anche quaranta giorni, il gemellaggio del 2006 tra i muretti a secco e la muraglia cinese che aveva rischiato di provocare un incidente diplomatico internazionale: i muretti a secco, 7mila chilometri di lunghezza, superavano la muraglia di 300 chilometri e ai cinesi questo non piaceva. “Si era perciò deciso nella comunicazione dell’evento – aggiunge Grillo – di assegnare pari lunghezza ai manufatti e i sindaci dei tre Comuni, Franco Bonanini, Angelo Betta e Gerolamo Leonardini, erano stati accolti a Pechino come capi di Stato”.
“Per vincere la sfida – riprende Raffaelli – e rilanciare l’agricoltura non solo come attività economica ma anche come presidio contro il dissesto idrogeologico ci sono tante idee ma pochi progetti”. Sul piano della pianificazione, però, qualcosa si è mosso: per la prima volta i tre Comuni hanno deciso di darsi un piano intercomunale, cioè di lavorare insieme ad una comune visione del territorio per i prossimi 15-20 anni, in armonia col piano del Parco. “E finalmente si potranno realizzare nuovi impianti viticoli in misura soddisfacente – conclude Raffaelli – . La Regione Liguria potrà mettere a bando ogni anno non più i 16 ettari, come è avvenuto sino ad oggi, ma 30 ettari. E la superficie raddoppiata autorizza qualche speranza in più”.